domenica 21 aprile 2013

Kenya e Tanzania: Muoversi nella grande natura.



Cautele e norme di comportamento per evitare rischi inutili e pericolosi, incontri ravvicinati con i grandi felini, elefanti, bufali e mamba nella visita delle grandi savane africane.




Trovandomi a camminare e sostare nella savana, capisco quante esagerazioni sono radicate nel nostro immaginario di occidentali e come, spesso, sia sufficiente "conoscere" per allontanare tante paure ingiustificate.
La situazione più frequente, nel caldo del giorno, è quella del silenzio.
Solitudine e silenzio interrotti solo dal vento.
Un vento che trasporta importanti e misteriose tracce odorose, comprese le mie.
Nessun serpente velenoso, scorpione gigante o belva in agguato.
Solo erba, acacie e tante tracce: il passaggio dei facoceri, gli escrementi di impala, i rami spezzati dagli elefanti.
Neppure, all'opposto, si deve credere di muoversi qui come si può fare in uno dei nostri boschi.
I rischi ci sono, e spesso si presentano all'improvviso.
Sono queste le circostanze più pericolose, ma in genere facilmente evitabili.
Come quasi sempre accade la giusta via sta nel mezzo delle cose, e muoversi in una grande natura come quella "selvaggia", particolarmente abbondante di grandi animali come nelle savane africane, impone di astenersi da una eccessiva leggerezza come da un ossessivo timore.
L'importante è non cimentarsi in situazioni e con protagonisti di cui non si ha esperienza e conoscenza.
Non mi sono mai avvicinato ad un animale di cui non conosco le reazioni; non ho mai curiosato tra i cespugli, anfratti, Kopies e possibili rifugi e, molto importante, non ho mai impaurito gli animali in alcun modo.
Nei parchi, dove la fauna è più concentrata, esistono già i regolamenti che vanno rispettati per la propria sicurezza e per non disturbare gli animali. Io mi ricordo in ogni istante che sono a casa loro, e dunque dopo aver chiesto il permesso mi comporto  in maniera rispettosa.
Non ci vogliono studi particolari o stage al Cepu, basta semplicemente il buon senso.
Malgrado i leoni e i leopardi siano i più temibili predatori, gli incidenti in cui incappano i turisti avvengono per lo più con elefanti, bufali e ippopotami(fuori dall'acqua l'animale più pericoloso di tutti), che sfruttano le proprie dimensioni quando vengono spaventati o irritati.
Gli elefanti, in particolare i maschi solitari (non è mai un buon segno quando un elefante è da solo), hanno spesso carattere poco socievole e molto competitivo.
Mettersi sulla loro strada o infastidirli può stimolare cariche o reazioni estremamente pericolose.
Io continuerò sempre a sostenere, e per fortuna non sono l'unico, che gli ippopotami sono pericolosi tanto in acqua ma soprattutto a terra.
In acqua, se avvicinati su un'imbarcazione sbuffano e fingono false aggressioni e di solito tutto finisce lì, ma sarebbe pericolosissimo entrare in acqua per nuotare, perché non tollerano invasioni del loro territorio acquatico.
A terra, sopratutto la notte, sembrano goffi ma sono capivi di rapidi scatti accompagnati da colpi delle grandi zanne.
I bufali, invece, hanno il "difetto" di vederci poco e di caricare subito se si accorgono all'improvviso della vostra presenza ravvicinata.
Muovendosi in aree cespugliose o per uscire di notte dalla tenda è bene farsi notare e sentire, oltre che illuminare dove mettete i piedi. Farsi notare in modo discreto, e non come Paola che nel 1998 nelle vicinanze del lago Turkana in Kenya, il suo farsi notare era cantare a squarciavoce "Il triangolo" di Renato Zero.
Gli animali non sembravano disturbati dl tono della voce, ma proprio dalla canzone.
Esistono poi elementari precauzioni, come quello di chiudere la tenda o le porte e finestre durante la notte. (in tenda consiglio sempre di appoggiare lo zaino a contatto con le cuciture della chiusura per evitare l'ingresso di piccoli o minuscoli animali).
Non vagano certo in cerca di uomini e il contatto può essere solo accidentale e quindi inevitabile.
La maggioranza degli incidenti più gravi e con grossi animali avviene comunque per inavvedutezza o spavalderia: troppo spesso si dimentica che sono veri animali selvatici e che in questa dimensione l'uomo assume un ormai inconsueto ruolo di "preda".
Anche i serpenti velenosi e agressivi, come cobra e mamba, tentano per loro scelta di evitare l'uomo ed è sufficiente un po' di circospezione attorno ai bungalow o la tenda per non incappare in improvvisi incontri ravvicinati.




La prima regola, infatti, è sempre quella di offrire all'animale il tempo e l'opportunità di fuggire: niente di peggio di un animale costretto ed impaurito, per cui attaccare resta l'unica possibilità.
Le maggiori preoccupazioni derivano comunque dai piccoli animali.
Gran parte delle savane africane e infestata dalle fastidiose mosche tsè-tsè, che in genere sono solo noiose e poco sensibili ai classici repellenti per insetti.
E' necessario però informarsi sulla presenza del Tripanosoma, un protozoo che può essere trasmesso dalle punture delle mosche e provocare la pericolosa "malattia del sonno", nel qual caso è bene evitare accuratamente le aree interessate.
Senz'altro più diffuso è il rischio della malaria, trasmesso dalle punture delle zanzare Anopheles:
Ai repellenti è necessario abbinare un'adeguata profilassi e, per Kenya e Tanzania, dove esiste il Plasmodium Falciparum, non basta la sola clorochina. (Lariam e Malarone).
Molte persone decidono di non fare la profilassi perché ci sono degli effetti collaterali molto forti, o perché l'amico gli ha consigliato di non farla.
Quella dell'amico mi è sempre piaciuta, perché lui consiglia ma la vita non è sua...
Di malaria si muore, fate la profilassi.