In Africa diversi luoghi facenti parte della lista dei siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità sono in pericolo.
Tenendo conto che in Africa ben il 40% dei siti riconosciuti fa parte del Patrimonio Mondiale dell'Umanità la cosa si fa alquanto impressionante.
I problemi maggiori sembrano essere lo sviluppo incontrollato, il bracconaggio e i disordini legati alle guerre civili che spingono sempre più gente, sia milizie irregolari che civili spaventati, a fuggire nelle foreste causando danni indicibili agli ecosistemi e agli animali che li vivono.
Uno dei problemi peggiori è che spesso l'obiettivo della protezione e della conservazione di questi siti entra in conflitto con i bisogni di infrastrutture e le risorse per lo sviluppo.
La lista dei siti considerati Patrimonio Mondiale dell'Umanità conta ben 911 nomi, di questi 34 sono in pericolo e ben 14 sono in Africa.
Molte nazioni africane hanno recentemente cominciato a realizzare l'importanza dei luoghi Patrimonio Mondiale dell'Umanità, ma quando un sito che si trova nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità è in pericolo, è responsabilità di tutta la comunità internazionale di unire gli sforzi e salvare questo sito dal valore inestimabile.
I parchi naturali sono in pericolo nella Repubblica del Congo a causa dei rifugiati in fuga che lì cercano di nascondersi e che inevitabilmente cominciano a tagliare gli alberi per scaldarsi. Un altro parco è in pericolo nella Repubblica Centrafricana, un parco con una vita animale rara, con esemplari di rinoceronti neri e di altra vita selvaggia come leopardi, ghepardi e bufali che qui sono stati letteralmente massacrati dal bracconaggio e dalla caccia pesante.
La foresta pluviale Atsinanana del Madagascar è in pericolo a causa della caccia ai lemuri (già di per sé una specie in via di estinzione) e di altre devastazioni.
Per non parlare del "mio" Masai Mara, preso d'assalto dalle agenzie turistiche cinesi e giapponesi che invadono il Parco mettendosi anche, o quasi sempre, in coda davanti a un leone che dorme come se fossero al casello di Melegnano.
Tutta la comunità internazionale si deve muovere di fronte a questa emergenza, ma deve mettere in opera azioni concrete, cosa che da troppo tempo pare non essere in grado di fare.
Alle promesse di aiuti, che siano per il cibo o per altro, troppo spesso infatti non corrispondono reali interventi.
Ora questa nuova emergenza non può essere affrontata solo con i proclami: i siti del Patrimonio Mondiale dell'Umanità, sono appunto dell'Umanità tutta e i vari rappresentanti in questo momento di emergenza possono e devono farsi carico di risolverla.
I luoghi a me cari me li stanno portando via...piano piano.