Gran parte delle nostre conoscenze sui gorilla proviene da studi sul campo, non della varietà più diffusa di pianura, ma del rarissimo, e quasi estinto, gorilla di montagna, una sottospecie del gorilla orientale.
Il gorilla di montagna è quella scimmia antropomorfa dal mantello irsuto che abbiamo conosciuto attraverso gli studi di George Shaller e Dian Fossey, e il film televisivo di David Attenborough.
Oggi ne sopravvivono circa 600 allo stato selvatico e nessuno in cattività.
Gli ultimi gorilla di montagna acquistati dallo zoo di Londra giunsero in Inghilterra all'inizio degli anni '60.
Si trattava di magnifici animali giovani, e l'obiettivo era di allevarli e di creare una colonia in cattività, ma essi rimasero vittime delle malattie dell'uomo e scomparvero in breve tempo.
Furono gli ultimi esemplari a essere portati fuori dal loro territorio naturale, all'interno del quale oggi, non è esagerato a dirlo, la loro sopravvivenza è appesa a un filo.
E' stato stimato che alcuni anni fa un epidemia di ebola abbia sterminato 5000 gorilla occidentali di pianura, ed è facile immaginare le catastrofiche conseguenze di un tale virus se riuscisse a penetrare nel territorio degli ultimi 600 esemplari di gorilla rimasti sulla terra.
Per fortuna, i gorilla di montagna sono separati dai loro cugini occidentali da una distanza di oltre 1000 chilometri, perciò, almeno per il momento, possono considerarsi al sicuro da questa particolare minaccia; tuttavia l'aumentato flusso di turismo verso i loro rifugi di montagna comporta un rischio quotidiano di diffusione di malattie dell'uomo. ma anche questa minaccia, per il momento, e per merito dei ranger è sotto controllo.
Si spera che questo disastro non accada mai, ma se dovesse accadere ci ritroveremmo con uno scrigno d'informazioni da cui attingere per ricordare questi primati unici.
Gli studi effettuati finora sono tra i più esaurienti nell'ambito di quelli condotti su animali allo stato selvatico.
I gorilla di montagna vivono nelle foreste immerse tra le nuvole, nel punto di confluenza di Uganda, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo, proprio al centro del continente africano.
La loro dieta consiste al 90% di foglie, fiori, germogli, steli e radici, provenienti da non meno di 142 specie di piante.
Talvolta integrano la loro dieta con corteccia d'albero, frutta, terreno (per i minerali) e formiche.
Un maschio adulto consuma quotidianamente fino a 34 kg di materia vegetale.
A causa della scarsa qualità nutrizionale della loro dieta, i gorilla di montagna trascorrono almeno metà della loro giornata mangiando.
L'altra metà la dedicano al riposo, mentre la notte, i membri dello stesso gruppo dormono uno accanto all'altro in giacigli separati, preparati di fresco ogni sera.
A essere sinceri, si tratta di una vita da bovino per un primate dotato di un cervello così grande: un eterno picnic, senza soluzione di continuità.
Le distrazioni sociali, poi, sono poche e remote.
In un gruppo di gorilla di montagna, i rapporti interpersonali sono calmi e rilassati e quando un gruppo s'imbatte in un altro gruppo, raramente sorgono questioni territoriali.
Al contrario, i due gruppi fanno tutto per evitarsi.
Ad eccezione dell'uomo, questi primati non temono nessuno altro predatore.
Lo spirito di competizione con gli scimpanzé è trascurabile, poiché gli scimpanzè che condividono il loro territorio sono animali arboricoli che si nutrono essenzialmente di frutti, e non hanno nessun interesse per le piante consumate dai gorilla.
Un gruppo tipico di questa specie consiste di otto-dieci individui: un maschio dominante, tre o quattro femmine adulte e i loro piccoli di varie età.
Nel 40% circa dei gruppi, tuttavia, il maschio dominante permette ad altri maschi adulti di stato inferiore a unirsi al gruppo, lasciando svolgere loro l'utile ruolo di sentinelle.
L'ammissione nel gruppo di questi maschi aggiuntivi presenta un altro vantaggio, poiché, quando il vecchio maschio dominante muore, uno di essi può prendere tranquillamente il posto.
Quando non sono presenti altri maschi subordinati, la morte del capo può comportare il disfacimento di tutto il gruppo famigliare.
Questo tipo di organizzazione sociale è qualcosa che il gorilla occidentale di pianura eviterebbe a tutti i costi, e costituisce probabilmente una delle maggiori differenze comportamentali tra queste due specie di gorilla.
Sebbene l'unità sociale base sia un gruppo costituito da un maschio enorme e da una serie di femmine di dimensioni molto più piccole, il maschio non può affidarsi alla forza bruta per tenersi stretto il suo harem.
Nella fitta foresta abitata da questi primati, sarebbe fin troppo facile, per una femmina trattata male, fuggire e trovare un altro gruppo nel quale inserirsi.
Così, nonostante la loro straordinaria forza, i maschi sono costretti a gestire bonariamente il loro ruolo dominante.
Gli osservatori hanno anche riscontrato una particolare tenerezza del maschio dominante nei confronti dei suoi piccoli.
Tra tutte le grandi scimmie antropomorfe, i gorilla sembrano essere quelli meno interessati al sesso.
L'atto della copulazione è molto più breve e insignificante di quanto si potrebbe pensare.
Secondo quanto osservato, la durata di un accoppiamento, in condizioni di cattività, non supera i 10-15 secondi, con un unico caso durato 3 minuti.
Nell'osservare queste copulazioni, si è notato che il maschio effettuava solo pochi movimenti pelvici.
I primi rilevamenti fatti su animali allo stato selvatico sembravano puntare in direzione contraria, suggerendo l'ipotesi che la situazione artificiale creata in cattività potesse svolgere un'azione inibitoria sui gorilla.
In un caso, si erano osservati quattordici movimenti pelvici, mentre in un altro, in cui la monta era durata quasi 5 minuti, ne erano stati contati non meno di trecento.
Il dato più sorprendente di questi due accoppiamenti, tuttavia, era che in entrambi i casi non si trattava del maschio dominante, ma di maschi subordinati.
In seguito, più dettagliate osservazioni sul campo, hanno confermato che il maschio dominante consente talvolta ai maschi subalterni di accoppiarsi, ma che la maggioranza degli accoppiamenti sono effettuati dal maschio alfa in persona.
Lontano dall'essere il bruto dell'immaginario popolare, il gorilla, nonostante la sua enorme forza, è senz'altro il più gentile, amichevole e riservato di tutte le grandi scimmie antropomorfe.